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mercoledì 26 giovedì 27 aprile 2023 - ore 21

LA CLASSE OPERAIA VA IN PARADISO

Regia: Elio Petri - Sceneggiatura: Elio Petri, Ugo Pirro - Fotografia: Luigi Kuveiller, Ubaldo Terzano - Montaggio: Ruggero Mastroianni - Interpreti: Gian Maria Volonté, Mariangela Melato, Luigi Diberti, Salvo Randone, Renata Zamengo, Mietta Albertini, Donato Castellaneta, Ezio Marano, Giuseppe Fortis, Gino Pernice, Flavio Bucci - Italia 1971, 125'.

L'operaio Lulù Massa, 31 anni, nella fabbrica è il cottimista su cui tutti debbono basare i tempi di produzione. Per il suo stakanovismo è osteggiato dai compagni di lavoro ed amato dai dirigenti. Fino a quando non perde un dito nella macchina a cui è addetto e il suo modo di guardare al mondo della produzione muta radicalmente. Si ribella ai turni disumani di lavoro e all'indifferenza dei padroni. Il radicale cambiamento porterà Lulù al licenziamento e...

Nonostante gli anni, al di là delle polemiche e del contesto storico in cui il racconto è ambientato, La classe operaia va in paradiso conserva ancora oggi un valore drammaticamente attuale. Infatti, dopo una breve stagione di tutele e diritti in favore della classe lavoratrice, il tema del lavoro come elemento di sperequazione e di ricatto è di nuovo al centro del dibattito sociale: l'abuso di strumenti contrattuali precarizzanti, la crisi economico-finanziaria e le delocalizzazioni ridisegnano tristemente, oggi come ieri, un quadro desolante all'interno del quale il lavoro, lungi dall'essere strumento di emancipazione, assume sempre più la forma di un beneficium principis. Dunque, La classe operaia va in paradiso non è che l'ennesima dimostrazione del genio visionario e delle capacità profetiche di Petri. Quelle stesse che consentono di incarnare plasticamente il nostro Lulù nei precari di oggi e di far sì che questo film (...) non si limiti a rappresentare uno spaccato storico della classe operaia italiana dei primi anni '70, ma sia ormai avviato a ricoprire il più prestigioso ruolo di racconto dal valore universale e definitivo. Un'autentica pietra miliare. (...) Vincitore ex aequo della Palma d'Oro al Festival di Cannes è un (...) un ritratto tragico del lavoro in fabbrica, emblema dello sfruttamento della classe lavoratrice. (Pierpaolo Marcone, www.madmass.it)

Collocato negli anni più caldi delle lotte operaie e costruito sulla base di incontri con i lavoratori (in particolare i cottimisti) il film finì con il dispiacere a tutti quelli (ed erano tanti) che indossavano gli occhiali dell'ideologia. Per ovvi motivi non poteva piacere alle destre e per meno ovvi motivi (se si fossero dati la briga di guardare in profondità avrebbero espresso valutazioni diverse) alle sinistre. A quella sindacale perché rappresentata come troppo timorosa e a quella extraparlamentare e studentesca perché vista come velleitaria. Di fatto Elio Petri e il suo sceneggiatore Ugo Pirro stavano fotografando una realtà in cui l'alienazione costituiva l'elemento dominante. Non solo l'ultima sequenza ma tutto il film, a partire dalla descrizione della fisiologia umana come una catena di montaggio nella sequenza di apertura, sono al servizio di questa descrizione. Non è un caso che ci sia dato di assistere a uno dei rapporti sessuali più 'tristi' dell'intera cinematografia e che il personaggio del 'matto' Militina, interpretato da uno straordinario Salvo Randone, assuma un valore simbolico. Mariangela Melato è la compagna parrucchiera costantemente in bilico tra la tenerezza e il contrasto nei confronti di un uomo a cui il cottimo ha spento anche la virilità. La classe operaia di Petri può sognare di andare in Paradiso perché un inferno (quasi sartriano) lo ha già sperimentato. (Giancarlo Zappoli, www.mymovies.it)

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