mercoledì 3 giovedì 4 maggio 2023 - ore 21
SE FATE I BRAVI- Genova 2001, il sogno e la violenza
Regia: Stefano Collizzolli, Daniele Gaglianone - Sceneggiatura: Fabio Geda, S. Collizzolli, D. Gaglianone - Fotografia: Andrea Parena - Montaggio: Benedetta Marchiori, Matteo Serman, Virginia Nardelli - Interpreti: Evandro Fornasier, Alessandra Ballerini, Alfonso Sabella - Italia/Belgio 2022, 101', documentario, ZaLab.
È un diario delle giornate fra il 19 e 21 luglio 2001 a Genova. Erano i giorni del G8: gli otto stati più potenti della terra riuniti per decidere il destino del pianeta e centinaia di migliaia di persone andarono a Genova per contestare pacificamente quel modello di sviluppo predatorio e ingiusto, e proporne un altro. A quel sogno e a quella protesta rispose la più grave sospensione dei diritti democratici in Occidente dopo la Seconda guerra mondiale.
Nel 2001 Genova ospita il G8, ed è la prima volta nella storia che il dissenso e la protesta vengono incarnati da un movimento di massa che non rivendica niente per sé stesso, ma chiede giustizia per tutti. "Un altro mondo è possibile" è il più noto tra gli slogan che accompagnano quei giorni. Dal cambiamento climatico all'abolizione del debito dei paesi poveri, dall'accoglienza ai migranti alla parità di genere, dalla lotta all'omotransfobia a quella all'Aids. Temi ancora oggi al centro del dibattito planetario. Ma il G8 di Genova è anche la morte di Carlo Giuliani, la violenta repressione delle forze dell'ordine, la vergogna inenarrabile della Diaz e di Bolzaneto: una ferita aperta, uno dei fatti più inquietanti della nostra storia recente. Che eredità lascia 20 anni dopo? Al di là delle sentenze della Giustizia Se fate i bravi (...) cerca in parte le risposte dopo aver raccolto quanto emerge da interviste, film, libri, giornali, inchieste e processi e dando voce a un campione significativo di persone che per motivi diversi sono stati protagonisti di quei giorni e ne diventano, ora, voce narrante. (...) Battendo i manganelli sugli scudi, fu macelleria messicana. In fondo, l'ultimo momento di mobilitazione di massa nelle società occidentali, l'ultimo tentativo, prima dell'11 settembre 2001, di coniugare "pensare globale" e "impegno locale", ha trovato una repressione feroce. Le ferite col tempo si rimarginano, quello che rimane invece, sul fondo di molte coscienze, è una sensazione diffusa di brusca perdita dell'innocenza. (Leonardo Lardieri, www.sentieriselvaggi.it)
Tramite l'uso dei filmati di repertorio e soprattutto tramite le testimonianze dirette, il film pone l'attenzione sulle conseguenze di quel momento storico, sulle persone che lo hanno vissuto in prima persona. In particolare, il documentario espone le ferite emotive che l'azione delle forze dell'ordine e delle istituzioni ha lasciato su coloro che le hanno subite. Tramite questo racconto entriamo in contatto con un dolore prima di tutto personale, ma anche condiviso da tutta una generazione. In quel fine settimana di luglio non solo è stato ucciso un ragazzo, ma sono state fatte tacere migliaia di voci, colpevoli solamente di stare chiedendo un mondo migliore. La scelta di realizzare questo film deriva forse proprio necessità di tornare a parlare, di fare quello che è possibile per evitare che qualcosa del genere riavvenga. (...) Il primo obbiettivo del film è proprio quello di ridare volume alle voci di coloro che sono scesi in piazza nel 2001 a Genova. Non solo per ricordare quanto subito, ma anche per ribadire la legittimità delle rivendicazioni di allora e la loro totale attualità. A Genova una generazione è stata messa a tacere, ma le loro istanze sono oggi più attuali che mai. (Davide Ricci, www.cinematographe.it)