Suburbana Collegno

FREAKS OUT

mercoledì 17 giovedì 18 gennaio 2024 - ore 21

Regia: Gabriele Mainetti - Sceneggiatura: Nicola Guaglianone, G. Mainetti - Fotografia: Michele D’Attanasio - Montaggio: Francesco Di Stefano - Interpreti: Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini, Giorgio Tirabassi, Max Mazzotta, Franz Rogowski - Italia/Belgio 2021, 141’, 01 Distribution.

1943. Roma è lo scenario dei bombardameni dei nazisti e degli alleati. Cencio è un ragazzo albino capace di controllare gli insetti, Mario è un clown nano col corpo magnetico, Fulvio è un burbero uomo-bestia ricoperto di peli e con forza sovrumana e Matilde è una giovane ballerina il cui corpo produce scariche elettriche. Sono quattro amici che lavorano in un circo. Israel, il loro capo, cerca di trovare una via di fuga che li porti lontano dal conflitto. Ma scompare misteriosamente. È scappato o è stato catturato? I quattro personaggi restano così soli in una Roma occupata tentando di sfuggire a Franz, un nazista con sei dita per mano…

Il ritorno in scena di Mainetti è tutt’altro che timido e guardingo. Freaks Out incarna tutta l’ambizione di un autore che già con Lo chiamavano Jeeg Robot diede un grande scossone al cinema italiano, dimostrando che era possibile proporre qualcosa di insolito (come un racconto supereroistico) senza ripudiare la propria terra. Dentro il tendone dei suoi freak ritroviamo i superpoteri, un legame forte con l’Italia e la stessa voglia di stupire. Il colpo di scena, però, è un altro: Freaks Out celebra la diversità, ma non propone qualcosa di strambo e bizzarro. Anzi, si adagia con passione sui canoni del cinema d’avventura con un film convenzionale nella forma e negli intenti. Freak solo nell’aspetto, il carrozzone cinematografico di Mainetti cammina su una strada già battuta, ma lungo il viaggio ci mostra un bel panorama fatto di personaggi affiatati, nemici tragici e un incredibile superpotere: la forza di credere nel futuro. (…) Freaks Out ti catapulta subito nel suo realismo magico mai ovattato, sempre sporco di morte e sangue. Senza mai cadere nello sconforto, il film tiene sempre accesi la vitalità e l’ardore che battono forte nel cuore di Matilde e compagni. Mainetti vuole bene ai suoi freak, lui e Nicola Guaglianone li caratterizzano in modo convincente (grazie a un cast molto affiatato nel dipingere queste anime goffe), dando vita a una famiglia disfunzionale tutta battibecchi e piccoli screzi, ma tenuta sempre alla larga da violenti contrasti interni al gruppo. Il nemico vero è là fuori, e ha nomi, simboli e icone ben riconoscibili. (Giuseppe Grossi, movieplayer.it)

Tecnica e storia, interpreti perfetti e una voglia di folgorare la platea che, oggettivamente, non può restare indifferente davanti al secondo film di Mainetti. Siamo nella Roma della Seconda Guerra Mondiale e, tra bombe e rastrellamenti, quattro brontoloni artisti circensi con poteri più o meno speciali (Claudio Santamaria, Aurora Giovinazzo, Pietro Castellitto, Giancarlo Martini; tutti meravigliosi, tutti da abbracciare), si mettono alla ricerca del loro mentore, Israel (Giorgio Tirabassi), caricato su di uno di quei treni che non prevede viaggio di ritorno. (…) Freaks Out di Gabriele Mainetti, come e di più di Jeeg Robot, per due ore piene fa tornare il cinema italiano dove meriterebbe di stare, dimostrando che le belle storie le abbiamo anche noi, e che anche noi abbiamo i nostri eroi, che sia un Partigiano o che sia una ragazza elettrica che non può essere sfiorata. (…) Un film emozionante e divertente, sporco quanto nobile, disperato e crudo. Un film stupefacente. (Damiano Panattoni, hotcorn.com)