Suburbana Collegno

GRAZIE RAGAZZI

mercoledì 4 giovedì 5 ottobre 2023 - ore 21

Regia: Riccardo Milani - Sceneggiatura: Michele Astori, R. Milani - Fotografia: Saverio Guarna - Montaggio: Patrizia Ceresani, Francesco Renda - Interpreti: Antonio Albanese, Sonia Bergamasco, Vinicio Marchioni, Giacomo Ferrara, Giorgio Montanini, Andrea Lattanzi, Nicola Rignanese, Imma Piro, Gerard Koloneci, Bogdan Iordachioiu, Fabrizio Bentivoglio - Italia 2023, 117’, Vision Distribution.

Antonio è un attore di teatro disoccupato che doppia film porno per arrivare a fine mese. Gli offrono di dirigere un laboratorio teatrale, finanziato dal Ministero, in un carcere: sei lezioni di recitazione. A questo workshop aderiscono quattro detenuti e un inserviente. Dopo un inizio difficile, Antonio si entusiasma e decide di mettere in scena un progetto più grande: “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, perché i detenuti “sanno cosa vuol dire aspettare: non fanno altro”…

Il teatro è potente, liberatorio, salvifico e nel film ci viene restituito nella sua accezione più vera e universale. I personaggi qui tracciati sono dei detenuti che hanno perso il sapore della vita e, al tempo stesso, hanno smarrito loro stessi. Come essi stessi dicono, la loro quotidianità è colma di attese infinite: il pasto, il colloquio, l’ora d’aria ma soprattutto il giorno della libertà. Ecco perché il dramma teatrale Aspettando Godot di Beckett non è una scelta casuale: proprio come Estragone e Vladimiro che aspettano Godot, i ragazzi aspettando con ansia la loro libertà, fra dibattiti, insicurezze e grandi speranze. E non è forse questo il teatro? Un palcoscenico in cui fingere diventa, paradossalmente, l’unico accesso al proprio io reale, dando così un senso alla vita. Albanese veste i panni di un attore deluso dalla sua carriera, che cerca di riscattarsi facendo diventare il suo spettacolo un veicolo di sfogo per quei ragazzi costretti - seppur per colpa loro - ad una condizione sociale limitante e frustrante, proprio come la sua. Il teatro, per questi, diventa l’unica strada percorribile per essere “liberi di volare”, come dice la canzone di Vasco Rossi e, in qualche modo, perdonarsi. (…) Il processo che si mette in moto in Damiano, Mignolo, Aziz, Diego e Radu costituisce la cifra dominante di Grazie ragazzi: tramite la connessione creatasi fra loro e i personaggi che rappresentano, riescono a trovare una voce, a riscattarsi e soprattutto a credere ancora in loro stessi. (…) Grazie ragazzi diventa una bella parabola sulla vita, sul teatro e sulle sue verità. Un inno a questa forma d’arte liberatoria e a tutta la cultura in generale, spesso svalorizzata e dimenticata, ma la cui potenza, come il cinema, è talmente forte da poter rivoluzionare il mondo. (Valeria Maiolini, www.cinefilos.it)

Grazie ragazzi ha il pregio di non perdersi in antefatti, di non cercare strizzatine d’occhio ruffiane e pietiste. Disegna personalità sfiancate da una vita sbagliata alle prese con una grossa opportunità: l’opportunità del teatro, della cultura, della libertà spirituale. Ovviamente il meccanismo congegnato dal film è a doppio senso: i ragazzi hanno bisogno di Antonio tanto quanto Antonio ha bisogno di loro. (…) Grazie ragazzi è un dramma che fa ridere, formalmente sobrio, a tratti di un’asciuttezza documentaria ma anche capace di forzare i suoi limiti. (…). Il tema dei temi è la cultura, la possibilità di una rinascita tramite la cultura, la riscoperta dell’umanità. Il teatro come bisogno ed esplosione di verità. La verità delle parole, che illumina l’assurdità della vita, i suoi bisogni come gli inciampi dell’esistenza. La cultura come contrabbando di libertà. La dignità del lavoro. (Francesco Costantini, www.cinematographe.it)