Suburbana Collegno

LA COSPIRAZIONE DEL CAIRO

mercoledì 13 giovedì 14 marzo 2024 - ore 21

(Walad min al Janna) Regia e sceneggiatura: Tarik Saleh - Fotografia: Pierre Aïm - Montaggio: Theis Schmidt - Interpreti: Tawfeek Barhom, Fares Fares, Mehdi Dehbi, Mohammed Bakri, Makram Khoury, Yunus Albayrak, Sherwan Haji, Mouloud Ayad, Amr Mosad - Svezia/Francia/Danimarca 2022, 126’, Movies Inspired.

Adam è figlio di un pescatore analfabeta ma ha sempre amato leggere e studiare. Il ragazzo ottiene una borsa di studio per l’Università Al-Azhar de Il Cairo, conosciuta come “la più grande istituzione islamica”. Ma poco dopo l’arrivo di Adam il Grande Imam che dirige Al-Azhar muore, e si pone il problema della sua successione. Incaricato di vigilare sulla transizione alla testa dell’ateneo per conto del governo è il Colonnello Ibrahim, ambigua figura di grande abilità strategica, che non disdegna mezzi di persuasione anche assai poco leciti. In mezzo a questo crocevia finirà proprio Adam, come recluta innocente.

Ne La cospirazione del Cairo la scelta del successore diventa oggetto di una fitta rete di intrecci politici, con i servizi segreti egiziani che intendono far eleggere tramite un complotto il candidato ideale per loro, il più malleabile ai giochi di potere. Per riuscire nell’intento hanno bisogno di qualcuno che operi all’interno, ma la loro talpa viene scoperta e uccisa, con Adam che ne è testimone diretto per quanto non visto dagli assassini. Sarà proprio lui a essere reclutato dal colonnello Ibrahim con lo scopo di infiltrarsi tra i candidati favoriti, mettendo a rischio la propria vita. (…) Ancora una volta l’autore si cimenta con argomenti scomodi, tra subdole partite politiche e l’ingerenza dei servizi segreti che hanno in mano il destino delle persone, anche in quegli ambienti più religiosi che dovrebbero idealmente restare fuori da certe logiche di potere. (…) La cospirazione del Cairo è un affascinante thriller d’ambientazione esotica che ci trascina in un contesto spirituale ricco di ipocrisie e idiosincrasie tra stato e religione, dove la fede nel profeta fa da contraltare agli interessi politici. (Maurizio Encari, cinema.everyeye.it)

Il regista svedese (di origini egiziane) torna a parlare dell’Egitto e dei suoi conflitti politici e religiosi. Non solo dei conflitti, però: perché attraverso il ritratto del mondo contemporaneo di Al-Azhar emerge tutta la ricchezza e la varietà delle differenti dottrine dell’Islam sunnita, che - come la maggior parte delle tradizioni religiose - presenta una moltitudine di interpretazioni dei testi, e in fondo, anche del rapporto tra politica e religione. (…) La profondità e la bellezza di un lavoro come quello de La cospirazione del Cairo sono difficili da spiegare: formalmente un thriller e un film di genere, affronta il delicato tema del rapporto tra religione e politica nel mondo egiziano contemporaneo, toccando un tasto scoperto anche per la storia di altri stati e tradizioni religiose, lontane da quelle islamiche. Affrontare questo difficilissimo tema attraverso il mondo islamico è un’arma a doppio taglio: una scelta efficace, poiché nei paesi islamici il legame è esplicito e difficilmente rimovibile, che tuttavia può sempre essere soggetta a fraintendimenti dall’una o dall’altra parte. In realtà, Saleh, non risparmia critiche a nessuno: da parte politica evidenzia il cinismo e la sete di potere di chi si trova al comando, come anche lo spirito di sacrificio di chi cerca di scongiurare una possibile guerra civile. E si può dire che altrettanto faccia per gli esponenti delle diverse dottrine teologiche sunnite: ritrae fedelmente una delle possibili deviazioni estremiste dell’Islam conservatore (i Fratelli Musulmani), ma mostra anche il lato più umano e progressista dell’Islam sunnita. (Sara Gallaccio, Asburymovies.it)